In quali casi bisogna mantenere l’ex coniuge?

In quali casi bisogna mantenere l’ex coniuge?

In seguito a una separazione, può capitare che a uno dei due coniugi spetti il compito di mantenere l’ex coniuge.

In questi casi, il giudice può disporre un assegno di mantenimento a favore del coniuge che possiede il reddito più basso. 

È importante sottolineare che l’assegno non ha scopo punitivo nei confronti di uno dei due coniugi. Ha lo scopo di dare un contributo al coniuge che non ha sufficienti mezzi economici per vivere in autonomia.

L’assegno di mantenimento ha l’obiettivo di riequilibrare le condizioni economiche dei due coniugi, in modo da garantire al coniuge con reddito più basso lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio. 

In quali casi bisogna mantenere l’ex coniuge? 

Generalmente, la decisione di stabilire o meno l’assegno di mantenimento spetta al giudice.
Dipende da molti fattori che coinvolgono entrambi i coniugi e la loro situazione economica. 

Ci sono 3 situazioni invece, in cui sicuramente l’assegno di mantenimento non è previsto: 

  1. Quando la differenza tra i redditi dei coniugi non è rilevante 
  2. Quando ad uno dei due coniugi viene addebitata la separazione
  3. Nel caso in cui uno dei due coniugi sia disoccupato per scelta propria
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Tornando a noi il coniuge a cui è attribuita la colpa della separazione perde il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento. Questo anche se ha uno stipendio notevolmente più basso 
dell’altro coniuge o è disoccupato. 
 
Il coniuge “colpevole” avrà diritto solamente agli alimenti, ovvero una somma minima necessaria alla sopravvivenza, qualora si trovi in stato di reale bisogno. 
 
Per questo motivo può succedere che alcuni mariti facoltosi si affidino a investigatori privati per scoprire eventuali tradimenti. In questo modo possono attribuire la colpa alla moglie ed evitare di pagare l’assegno di mantenimento.
 

Mantenere l’ex coniuge in caso di divorzio 

In caso di divorzio può essere previsto l’assegno divorzile, che sostituisce l’assegno di mantenimento. 

Dal 2017 la Corte di Cassazione ritiene che l’assegno divorzile debba essere “meritato” e quindi riconosciuto solo a chi, senza sua colpa, non sia in grado di mantenersi in autonomia. 

Per questo motivo, non viene riconosciuto in favore di chi, seppur disoccupato, è giovane e nonostante le possibilità favorevoli non dimostra impegno nella ricerca di un impiego. 

Ha invece diritto all’assegno l’ex coniuge anziano, fuori dal mercato del lavoro o in condizioni di salute sfavorevoli. 

Per quanto riguarda lo stato di casalinga/o, la Corte di Cassazione ritiene che questi abbiano diritto all’assegno di divorzio nel caso in cui la loro scelta sia stata fatta per favorire la carriera del partner o la formazione del patrimonio familiare (sentenza 09/02/2020 n. 6519). 

Conclusioni 
In caso di divorzio o separazione non è sempre necessario mantenere l’ex coniuge. 
 

Per avere diritto all’assegno di mantenimento bisognerà dimostrare di trovarsi in condizioni di reale difficoltà economica e di non riuscire ad uscirne nonostante impegno e motivazione. 

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1 commento su “In quali casi bisogna mantenere l’ex coniuge?”

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